Daniele Liotti: Televisione
Clictv - Intervista
Sì, ma solo di serie A
Dopo il successo di "Sant'Antonio da Padova", Daniele Liotti torna in Tv con "Zivago" una miniserie targata Canale 5, in onda martedì 11 e mercoledì 12 in prima serata. Unico italiano in un cast internazionale, interpreta Misha, il miglior amico di Zivago
Si definisce ironicamente "una faccetta carina", ma Daniele Liotti, dopo aver maturato numerose esperienze televisive e cinematografiche in Italia e all'estero, sembra ben consapevole del suo talento. Dopo aver momentaneamente abbandonati i ruoli comici dei primi film, da Cresceranno i carciofi a Mimongo a Stressati, arriva in Tv con Zivago un kolossal internazionale diretto da Giacomo Campiotti, dove veste i panni di Misha Gordon. Una partecipazione piccola ma prestigiosa che lo vede al fianco di attori del calibro di Sam Neill.
Zivago è la sua prima grande produzione internazionale. Come si è sentito come unico italiano del cast?
All'inizio ero spaventato, ma sia i produttori inglesi sia il regista Giacomo Campiotti (con cui avevo già lavorato in Sant'Antonio da Padova) mi hanno fatto sentire protetto, aiutandomi a vincere le mie insicurezze.
Ci sono stati problemi per via della lingua?
Parlo bene l'inglese, ma ho studiato a New York per cui ho un accento americano che non va bene per una produzione britannica. Ogni mattina dovevo ripetere le battute con un coach e qualche volte ho dovuto ripetere intere scene. Alla fine, però, ce l'ho fatta!
Che sensazione ha provato a lavorare al fianco di attori del calibro di Sam Neill e Hans Matheson?
Devo ammettere che è stata una grande soddisfazione. Gli attori inglesi sono dei veri professionisti che hanno avuto la fortuna di formarsi in scuole prestigiose. In Italia, non esiste una vera e propria scuola di recitazione (in compenso ce n'è una ottima per il calcio!) e molti finiscono per improvvisare o per imparare sul campo; io stesso ho iniziato questo lavoro senza saperne nulla.
Quanto l'ha agevolato il suo bell'aspetto?
Ho iniziato questo lavoro per gioco, partecipando a un provino per una pubblicità e ho vinto perché ero carino. Penso però che per andare avanti la bellezza non basta, anche nel mondo della televisione italiana, esiste una giustizia...
A proposito di televisione. Che ne pensa del recente articolo del Financial Times che inveiva contro la Tv nostrana?
Sono d'accordo. Credo purtroppo che la televisione stia subendo un vero e proprio processo degenerativo. Per cavalcare l'ondata di successo di reality show quali Saranno Famosi o il Grande fratello, i dirigenti stanno investendo tutto il denaro in questo tipo di produzioni, penalizzando la Tv di qualità. La cosa peggiore, però, è che questi programmi stanno facendo il lavaggio del cervello alla gente: si fa credere loro che tutti possono andare in Tv, che la professionalità non serve (perché basta saper fare un po' di tutto) e che è sufficiente esibirsi sul piccolo schermo per avere credibilità. Per non parlare delle virtù delle soubrette di turno, che ormai sono diventati gli unici parametri di giudizio...
Torniamo alla fiction. Ci racconti un po' di Misha, come si è calato in questa parte?
Misha è un personaggio romantico, ricco di sfumature. Per immedesimarmi in lui, ho cercato di tagliare i ponti con me stesso: sono andato in giro per giorni interi con gli abiti di scena e, guardandomi allo specchio, lentamente ho cominciato a vedere un uomo diverso.
Un altro personaggio positivo della sua carriera, quindi, ma c'è un cattivo che vorrebbe interpretare?
Certamente, anche perché con un cattivo potrei lavorare di più con la fantasia. Purtroppo ho il physique du rôle del "buono", per cui capita che mi affidino sempre gli stessi ruoli, ma vorrei molto cambiare, rompere gli schemi e magari diventare un cattivo esemplare, proprio come ha fatto Daniel Day-Lewis in Gangs of New York, l'ultimo film di Martin Scorsese.
Meglio il cinema o la televisione?
Non ho dubbi: il cinema. Preferisco farlo e vederlo. La Tv va bene, ma deve essere di serie A e non è facile in questo panorama...
Dopo Misha, torno sul grande schermo con un film a cui sto ancora lavorando. Si tratta de Il fuggiasco di Andrea Manni, dove interpreto il ruolo del protagonista Massimo Carlotto. Il film racconta la storia vera di quest'ultimo, un militante di lotta continua che per un errore giudiziario è stato condannato a 18 anni di reclusione. E' un ruolo impegnativo, di grande responsabilità, ed è anche un mio piccolo tributo su questa vicenda che spero verrà apprezzato...
Simona Pellino (11 febbraio 2003)
Clictv - Intervista
Sì, ma solo di serie A
Dopo il successo di "Sant'Antonio da Padova", Daniele Liotti torna in Tv con "Zivago" una miniserie targata Canale 5, in onda martedì 11 e mercoledì 12 in prima serata. Unico italiano in un cast internazionale, interpreta Misha, il miglior amico di Zivago
Si definisce ironicamente "una faccetta carina", ma Daniele Liotti, dopo aver maturato numerose esperienze televisive e cinematografiche in Italia e all'estero, sembra ben consapevole del suo talento. Dopo aver momentaneamente abbandonati i ruoli comici dei primi film, da Cresceranno i carciofi a Mimongo a Stressati, arriva in Tv con Zivago un kolossal internazionale diretto da Giacomo Campiotti, dove veste i panni di Misha Gordon. Una partecipazione piccola ma prestigiosa che lo vede al fianco di attori del calibro di Sam Neill.
Zivago è la sua prima grande produzione internazionale. Come si è sentito come unico italiano del cast?
All'inizio ero spaventato, ma sia i produttori inglesi sia il regista Giacomo Campiotti (con cui avevo già lavorato in Sant'Antonio da Padova) mi hanno fatto sentire protetto, aiutandomi a vincere le mie insicurezze.
Ci sono stati problemi per via della lingua?
Parlo bene l'inglese, ma ho studiato a New York per cui ho un accento americano che non va bene per una produzione britannica. Ogni mattina dovevo ripetere le battute con un coach e qualche volte ho dovuto ripetere intere scene. Alla fine, però, ce l'ho fatta!
Che sensazione ha provato a lavorare al fianco di attori del calibro di Sam Neill e Hans Matheson?
Devo ammettere che è stata una grande soddisfazione. Gli attori inglesi sono dei veri professionisti che hanno avuto la fortuna di formarsi in scuole prestigiose. In Italia, non esiste una vera e propria scuola di recitazione (in compenso ce n'è una ottima per il calcio!) e molti finiscono per improvvisare o per imparare sul campo; io stesso ho iniziato questo lavoro senza saperne nulla.
Quanto l'ha agevolato il suo bell'aspetto?
Ho iniziato questo lavoro per gioco, partecipando a un provino per una pubblicità e ho vinto perché ero carino. Penso però che per andare avanti la bellezza non basta, anche nel mondo della televisione italiana, esiste una giustizia...
A proposito di televisione. Che ne pensa del recente articolo del Financial Times che inveiva contro la Tv nostrana?
Sono d'accordo. Credo purtroppo che la televisione stia subendo un vero e proprio processo degenerativo. Per cavalcare l'ondata di successo di reality show quali Saranno Famosi o il Grande fratello, i dirigenti stanno investendo tutto il denaro in questo tipo di produzioni, penalizzando la Tv di qualità. La cosa peggiore, però, è che questi programmi stanno facendo il lavaggio del cervello alla gente: si fa credere loro che tutti possono andare in Tv, che la professionalità non serve (perché basta saper fare un po' di tutto) e che è sufficiente esibirsi sul piccolo schermo per avere credibilità. Per non parlare delle virtù delle soubrette di turno, che ormai sono diventati gli unici parametri di giudizio...
Torniamo alla fiction. Ci racconti un po' di Misha, come si è calato in questa parte?
Misha è un personaggio romantico, ricco di sfumature. Per immedesimarmi in lui, ho cercato di tagliare i ponti con me stesso: sono andato in giro per giorni interi con gli abiti di scena e, guardandomi allo specchio, lentamente ho cominciato a vedere un uomo diverso.
Un altro personaggio positivo della sua carriera, quindi, ma c'è un cattivo che vorrebbe interpretare?
Certamente, anche perché con un cattivo potrei lavorare di più con la fantasia. Purtroppo ho il physique du rôle del "buono", per cui capita che mi affidino sempre gli stessi ruoli, ma vorrei molto cambiare, rompere gli schemi e magari diventare un cattivo esemplare, proprio come ha fatto Daniel Day-Lewis in Gangs of New York, l'ultimo film di Martin Scorsese.
Meglio il cinema o la televisione?
Non ho dubbi: il cinema. Preferisco farlo e vederlo. La Tv va bene, ma deve essere di serie A e non è facile in questo panorama...
Dopo Misha, torno sul grande schermo con un film a cui sto ancora lavorando. Si tratta de Il fuggiasco di Andrea Manni, dove interpreto il ruolo del protagonista Massimo Carlotto. Il film racconta la storia vera di quest'ultimo, un militante di lotta continua che per un errore giudiziario è stato condannato a 18 anni di reclusione. E' un ruolo impegnativo, di grande responsabilità, ed è anche un mio piccolo tributo su questa vicenda che spero verrà apprezzato...
Simona Pellino (11 febbraio 2003)